Covid: Calabria sospende ricoveri e visite differibili

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Ordinanza presidente f.f. Spirlì, consentite prestazioni urgenza

La sospensione all’interno delle strutture ospedaliere pubbliche, dal 31 ottobre a tutto il 24 novembre, “delle attività ambulatoriali per prestazioni specialistiche con classe di priorità Differibile e Programmata”, è stata disposta dal presidente f.f. della Regione Calabria Nino Spirlì con una propria ordinanza, firmata anche dal delegato del soggetto attuatore Antonio Belcastro, per il contrasto all’epidemia da Covid. Lo rende noto l’ufficio stampa della Giunta regionale.
    “Sono fatte salve – è scritto nell’ordinanza – le prestazioni ambulatoriali recanti motivazioni d’urgenza, nonché quelle di dialisi, di Pet/Tc, di radioterapia e quelle oncologiche-chemioterapiche, le prestazioni relative alla gravidanza a rischio e/o a termine ed i follow up non differibili. Sono fatti salvi, altresì, gli screening oncologici all’interno dei programmi organizzati, le prestazioni di ostetricia e ginecologia, gli esami, le visite ed ogni altra prestazione connessa alla procreazione, alla nascita e alla diagnosi prenatale e al parto, le visite cardiologiche, le sedute di vaccinazione, le donazioni di sangue”.
    L’ordinanza consente inoltre lo svolgimento regolare dei piani terapeutici, le somministrazioni di farmacoterapia e tutte quelle prestazioni non procrastinabili. Restano consentite anche le prestazioni ambulatoriali svolte in strutture pubbliche esterne agli ospedali mentre sono sospese le attività in regime di intramoenia. Sospesi anche i ricoveri differibili in ospedale tranne che i ricoveri per riabilitazione.
    L’ordinanza stabilisce anche che le strutture pubbliche interessate dal provvedimento procedano alla riprogrammazione delle attività ambulatoriali e di ricovero e di avvertire gli utenti.
    Secondo l’ordinanza firmata da Spirlì, “i presidi delle aziende ospedaliere dovranno trasferire nei presidi ospedalieri territoriali direttamente gestiti dalle Asp, i pazienti Covid-19 ricoverati stabilizzati e non ancora dimissibili al proprio domicilio, previa intesa tra le direzioni sanitarie delle strutture”.

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