La vergogna di una società che abbandona gli sfortunati

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Una società non potrà mai dirsi evoluta se non è in grado di prendersi cura dei suoi figli. In un’ottica cittadina, i “figli” sono coloro che vivono la città giorno per giorno. Partendo da questo assunto, appare davvero incredibile (e permetteteci di aggiungere inaccettabile) il fatto che una città come Cosenza non sia in grado di dare sostegno a quelle famiglie su cui si è abbattuta implacabile la falce nera della sfortuna, quella peggiore, quella che va a toccare i figli.

Francesco De Cicco, che si presenta come una nuova figura di candidato Sindaco vicino al popolo e distante dall’elitarismo che ha dominato la città di Cosenza negli ultimi anni, si è trovato dinnanzi a uno scempio senza pari in quel di S. Ippolito, piccolo rione della città bruzia. Uno stabile comunale nato con la nobile intenzione di aiutare i bambini con problematiche serie com’è quella dell’autismo, e destinato all’Associazione Onlus “Insieme per l’autismo”, abbandonato alla mercé dell’usura del tempo e della rovina della dimenticanza. Uno spettacolo pietoso che ha visto la giusta inquietudine di De Cicco che, con la sua visione di città fatta a misura d’uomo e con una politica vicina a rispondere alle reali esigenze dei cittadini, si è dimostrato desideroso di prendere in mano la situazione e di risolverla una volta per tutte.

Ci sono tantissime famiglie che ogni giorno vivono un vero e proprio inferno, fatto di situazioni problematiche a causa delle disabilità dei figli, a cui si vanno ad aggiungere tutte le difficoltà presentate da una città che sembra non esser mai sazia nel suo chiedere un tributo di sudore e sacrificio. Il 2020 ci ha donato anche la tragica vicenda del Covid-19, che ha reso ancora più difficile la vita di quei genitori costretti a portare i propri figli diversamente abili nientemeno che al centro riabilitativo “Lucrezia”, situato in quel di Catanzaro. Proviamo a immaginare cosa devono passare queste persone, costrette a fare avanti e indietro da Cosenza a Catanzaro, il tutto in una situazione drammatica com’è quella della pandemia. In quest’ottica, l’abbandono del centro di S. Ippolito appare come un vero e proprio sfregio, un’onta che pesa e continuerà a macchiare il cuore stesso della Provincia cosentina.

In una politica fatta di personaggi attenti solo ad apparire, senza concludere però alcunché se non vuote passerelle a onor di telecamera, un personaggio come Francesco De Cicco può fare la differenza. La sua idea di politica vicina al popolo e alle sue reali esigenze ben si specchia con l’indignazione provata dinnanzi allo stato di completo abbandono dello stabile comunale divorato da sterpaglie e spazzatura. Ed è da questa visione che un tempo si sarebbe definita socialista che bisogna ripartire, per dare a questa città (e alla Regione tutta) un nuovo inizio che non badi solo alle classi più agiate ma che guardi in faccia le difficoltà del territorio, che guardi negli occhi i cittadini e comprenda i loro problemi e che (possibilmente) proponga delle soluzioni concrete. L’impegno di De Cicco, candidato a Sindaco per il dopo-Occhiuto, verso un Istituto che potrebbe aiutare tante famiglie a vivere con meno angoscia una situazione già di per sé difficile, suona tanto come un nuovo inizio. Una strada nuova, per una politica che si riscopre all’improvviso non più orientata ai titoli dei giornali ma che guarda al quotidiano. Una nuova visione di politica fatta a misura d’uomo, per una Cosenza che non abbandona i propri figli più sfortunati. Un impegno solenne verso una “Cosenza libera”.

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